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Perchè fare un viaggio in Cirenaica?

Un angolo di Grecia in Africa

La Cirenaica è un angolo di Grecia, forse per questo i primi coloni arrivati da Thera, l'antica Santorini, vi si stabilirono fondando città floride come Cirene, Apollonia, Tocra e Tolmeita. 

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Cirene

“Felice, dolce orto di Afrodite e divina città” erano le parole con cui il poeta Pindaro descriveva Cirene, sorta sull’altopiano del Jebel Akhdar ( Montagne Verdi), in Cirenaica. Venendo dalla Tripolitania via terra, la Cirenaica appare ancora più verde, in contrasto con le dune di sabbia bianca del golfo della Sirte. Salendo sul Jebel si scorge veramente un angolo di Grecia che sembra quasi un preludio all’Atene d’Africa, la colonia greca che sorse dove, secondo Erodono, il cielo era forato.

L’immensità e la posizione stessa fanno sì che Cirene susciti un’emozione particolare, tanto che quando ci si appresta ad entrare nel parco archeologico, lo si fa quasi in punta di piedi.

Il silenzio regna sovrano ed è rotto solo quando la voce melodiosa del muezzin chiama i fedeli della nuova Shahat, la città sorta adiacente alle rovine greche, alla preghiera, riportando il visitatore alla realtà.

Percorrendo le strade ed i sentieri si sente il peso della storia che nel caso di Cirene copre quasi 1500 anni.

Difficile leggere sul terreno di oggi le fasi della città greca, romana e bizantina: elementi dell’una sono venuti a far parte dell’altra o semplicemente cancellati dalla nuova visione architettonica delle fasi successive.

Ancora oggi Cirene stupisce per la grandiosità e l’estensione del sito e non è difficile capire la ricchezza che la città dovette raggiungere nel periodo di massimo splendore. Il viaggiatore francese Pacho, rimase attonito nel 1823 di fronte all’immensità della sua necropoli, e ne disegnò alcune delle tombe che ne facevano parte, disegni che potrebbero essere contemporanei, dove le mucche pascolano tra le rovine e i sarcofaghi, dando l’idea di un paesaggio bucolico che non è mutato con il passare dei secoli.

Sabratha il teatro

Apollonia

Scendendo dalla collina e lasciandoci alle spalle la città di Cirene, si arriva ad Apollonia: le colonne delle tre basiliche svettano al cielo che si confonde con il blu intenso del mare. si passeggia costeggiano la spiaggia e uno dopo l'altro si svelano i monumenti antichi della città fino ad arrivare al teatro, scenografico nella sua posizione di fronte al mare.  Apollonia prese il suo nome dalla divinità protettrice (Apollo) della città di cui era lo sbocco al mare. Già dalla fine del VII sec. a C. il centro dovette essere attivo come porto di Cirene Ebbe grande importanza nel basso Impero poichè, grazie alla sua posizione sul mare, era meno esposta dei centri dell'interno (come Cirene) agli attacchi delle popolazioni indigene, i Libi. 

Dopo Diocleziano fu addirittura scelta come sede del governatore della nuova provincia della Libya superior. ll suo nome era mutato in Sozousa (= la Salvatrice), probabilmente derivato dall'appellativo di una divinità qui venerata, da cui deriva il nome moderno di Susa E proprio alla tarda età imperiale e all'età bizantina si data la maggior parte dei monumenti oggi visibili ad Apollonia mentre ben poco è stato finora messo in luce della città greca La città fu colpita da violenti terremoti nel 365e nel 400 d.C. circa, come sappiamo dalle lettere del vescovo Sinesio, e molti edifici di età romana andarono distrutti, mettendo cosi a disposizione degli architetti di V sec. d. C. i materiali (colonne, capitelli, blocchi di pietra, ecc.) da riutilizzare per le nuove costruzioni (in particolare edifici di culto, basiliche). Il porto e tutta la zona circostante sono ora sommersi dal mare, poichè la linea di costa attuale è molto arretrata rispetto a quella antica. Tutta quest'area sommersa della città antica è al centro di ricerche subacquee, ad opera di archeologi francesi, che hanno portato all'identificazione anche di una nave affondata nel porto. 

Apollonia basilica cristiana
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